Al confine tra corpo e mente: la pelle

La pelle è l’organo più vasto del nostro organismo, si calcola infatti che ricopra una superficie di circa 2 m2 e ha uno spessore che varia dagli 0,5 mm ai 4 mm.
E’ davvero interessante approfondire la conoscenza di questa struttura corporea perché a volte siamo poco consapevoli di tutte le importanti funzioni che svolge, non solo a livello fisiologico, ma anche e soprattutto a livello emotivo, relazionale e psichico.

Le caratteristiche della pelle

Sul piano organico e fisiologico la pelle si configura come un involucro tra il corpo interno e l’ambiente esterno, proteggendo così l’organismo dagli agenti contaminanti e mantenendo un sano equilibrio tra i microrganismi di superficie che aiutano od ostacolano le sue funzioni.
Contribuisce alla termoregolazione corporea; produce sostanze per preservare la propria struttura (melanina, vitamine e grassi: prodotti in quantità sufficiente al fabbisogno dopo i 5 anni di età) e rinnova molto velocemente le cellule di cui è composta; assorbe attivamente nutrienti ed espelle sostanze di derivazione cellulare (sudore, ingredienti contenuti nei preparati per l’igiene personale, coloranti dei tessuti, prodotti chimici).

Il senso del tatto e la memoria corporea

Le cellule che compongono la cute nei primissimi stadi embrionali si differenziano dalla stessa “matrice” da cui hanno origine anche le cellule nervose.
La pelle è la sede del canale sensoriale del tatto che è la prima funzione sensoriale attiva già dalla 7^-8^ settimana gestazionale: grazie agli studi di neuroimaging e radiologia si è potuto osservare il comportamento dell’embrione e del feto nell’utero materno mentre succhia il pollice, si accarezza, si muove strisciando contro le pareti uterine.
Proprio attraverso queste prime esperienze di movimento, il feto inizia ad esplorare il proprio corpo e ciò che lo circonda.
Queste esperienze vengono “fissate” nella memoria della nostra pelle, del nostro corpo e fanno parte di noi; la pelle infatti è ricca di terminazioni nervose e di recettori che ricoprono molte funzioni: rilevazione della pressione, temperatura, umidità, sostanze nocive.

Il contatto corporeo nello sviluppo

La stimolazione della pelle del neonato ha influssi sull’intero suo organismo e sulle componenti psichiche in via di sviluppo: sistemi cardiocircolatorio, endocrino, neurologico e muscolo-scheletrico, meccanismi di regolazione termica, idratazione e protezione degli strati epidermici, concentrazione di nutrienti nel sangue, relazione con i genitori, legame di attaccamento, autoregolazione degli stati emotivi.
Gli studi dell’antropologo Ashley Montagu dimostrarono che la stimolazione cutanea è fondamentale per la sopravvivenza dei cuccioli di mammifero: le madri dopo il parto leccano a lungo e lentamente i loro cuccioli; questo stimola il funzionamento di tutti gli organi e degli apparati interni, infatti se manca questo contatto prolungato il cucciolo solitamente muore.
Allo stesso modo, gli studi di Renè Spitz e John Bowlby dimostrano come il mancato attaccamento o la separazione precoce dalla madre nei bambini abbandonati e istituzionalizzati provocavano rallentamento evolutivo, diminuzione del quoziente intellettivo, disadattamento e disturbi della regolazione.

Pelle ed emozioni

Pensiamo alle espressioni che affermiamo quotidianamente: “fare la pelle”, “rischiare la pelle”, “salvare la pelle”, “rimetterci la pelle”.
Sono tutti modi di dire che esprimono la vita o la morte.
Ancora, “essere nella pelle dell’altro”, “vestire la pelle del leone”… la pelle è sinonimo di identità!
Anche i sentimenti e le emozioni sono espressi da molti modi di dire legati a questo organo: “non stare nella pelle”, “avere la pelle d’oca”, “avere i nervi a fior di pelle”, “a pelle”, “essere amici per la pelle”.
L’emotività infatti, viene spontaneamente espressa tramite l’epidermide in corrispondenza delle diverse emozioni (pallore, rossore, sudorazione, brividi), così come molti stati di malessere comportano reazioni cutanee (eczemi, orticaria, arrossamenti).

Il ruolo della pelle nello sviluppo psichico

La pelle costituisce quindi un contenitore non soltanto “fisico”, ma anche “psichico”, dell’Io poiché fornisce all’apparato psichico le rappresentazioni che costituiscono l’Io e le sue funzioni.
Ogni funzione psichica dell’Io si sviluppa appoggiandosi su una funzione corporea, della quale traspare il funzionamento sul piano mentale.
Ecco perché il neonato ha bisogno della relazione e del contenimento: quando alla nascita viene a mancare il collegamento tra lui e la madre, il cordone ombelicale, la pelle inizia a configurarsi come ponte tra le componenti della personalità del neonato alle quali manca ancora la capacità coesiva.
Come sosteneva Thomas Berry Brazelton, la pelle è quell’involucro di maternage che facilita l’integrazione corpo-mente del bambino consentendogli di prendere contatto con il mondo in modo protetto e sicuro: le parti della sua personalità sono disgregate e percepite come prive di legami, ma grazie alla pelle sono tenute insieme, delimitate; così il neonato può acquisire una concreta rappresentazione attraverso ciò che sperimenta sul piano sensoriale (cure genitoriali) traendo conferma della propria esistenza e della continuità dei propri confini.

Lo sviluppo dell’Io quindi è profondamente radicato alla nostra pelle: ha un’origine epidermica e propriocettiva che nasce e si evolve attraverso il contatto con il corpo di un altro.
La pelle quindi è un involucro, un contenitore del nostro corpo, ma è anche un confine che ci limita dagli altri e verso il mondo esterno e proprio per questo è un mezzo attraverso il quale avvengono contatti e scambi chimici e fisici.

E’ attraverso la pelle che diventiamo degli esseri in grado di amare, non s’impara ad amare sui libri, ma essendo amati. – Ashley Montagu

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