Una memoria da elefante!

Cos’è la memoria?

La memoria è una delle funzioni più importanti del nostro cervello. È quella che ci permette di immagazzinare informazioni, archiviarle e conservarle nel tempo. Senza alcuna forma di memorizzazione non sarebbe possibile alcun apprendimento. Essa è paragonabile a un enorme magazzino che contiene un grandissimo numero di informazioni utili a compiere ripetutamente semplici gesti e a riconoscere persone, oggetti e situazioni.
Biologicamente la memoria dell’uomo è regolata da una rete diffusa di neuroni. In particolare la nostra capacità di memorizzare è legata ai punti in cui i neuroni si collegano tra loro e creano delle sinapsi che consentono il passaggio di segnali elettrici da un neurone all’altro.
La memoria è un processo molto complesso che comprende tre fasi principali:

  • Acquisizione e codifica: che riguardano la ricezione degli stimoli e categorizzazione dei concetti, tramite schemi preesistenti;
  • Ritenzione e immagazzinamento: che corrispondono alla stabilizzazione delle informazioni in memoria e alla loro ritenzione per un determinato lasso di tempo;
  • Recupero: la fase in cui le informazioni precedentemente archiviate vengono richiamate.

Buone notizie: la tua memoria è perfetta!

Il nostro cervello è come un computer potentissimo ed è in grado di immagazzinare una quantità enorme di informazioni, quindi la buona notizia, per voi che pensavate di dover migliorare di molto la vostra memoria, è che non c’è nulla da migliorare: il vostro cervello funziona benissimo, anche se in questo momento non riuscite a ricordare, nomi, date o concetti.
Ma allora come mai dimentichiamo? O come mai non riusciamo a ricordarci quel nome o quel concetto?
Ingenuamente, pensiamo che il solo fattore di ostacolo al ricordo sia il tempo.
Sicuramente se passa troppo tempo tra il momento della codifica e l’immagazzinamento e il momento del recupero, si dimenticano i dettagli e diminuisce la qualità del ricordo ma anche la quantità delle informazioni ritenute.
Il tempo però non è l’unico limite alla capacità di ricordare. È dimostrato che esistono dei fattori che influenzano e favoriscono la memorizzazione. Se conosciuti e utilizzati consapevolmente essi permettono di avere una memoria da elefante. Alcuni di questi agiscono nel momento della codifica, altri nel momento del recupero, altri in entrambi e permettono di crearsi delle strategie di memoria efficaci.

Gli “aiutanti segreti” della memoria: elaborazione attiva, organizzazione, immagini e associazioni

Quindi, se è vero la mente e il cervello sono già perfetti così come sono, per ricordare meglio bisogna solo imparare sfruttare davvero bene tutto il loro potenziale e capire quali sono i fattori principali da tenere in considerazione.
Secondo gli studi di Craik & Lockhart è fondamentale che la codifica implichi un’elaborazione attiva del soggetto. Se un’informazione nuova è elaborata profondamente a livello semantico, è collegata con quelle già acquisite, è significativa a livello emotivo, è chiara e ordinata, passerà facilmente e velocemente alla memoria a lungo termine, senza che sia necessario ricorrere alla ripetizione.
Ma cosa significa elaborazione attiva? Come si fa a elaborare in questo modo qualcosa per ricordarlo meglio?

  1. Prima di tutto, nella fase di codifica delle informazioni, sono fondamentali l’attenzione e l’interesse che si hanno verso quell’azione o quell’informazione. Quando qualcosa ci interessa siamo naturalmente portati a fare delle azioni in merito e a ricordare quel dettaglio o quell’evento. In pratica sappiamo tutti che è molto più facile ricordarci di andare alla festa del nostro migliore amico il venerdì sera, o al concerto del nostro cantante preferito, piuttosto che ricordare l’appuntamento dal dentista o che dobbiamo restituire un libro in biblioteca.Nello studio, per aumentare il livello di attenzione riguardo un argomento, può essere utile creare collegamenti con conoscenze pregresse e applicazioni legati ai nostri ambiti di interesse.
  2. Inoltre, per ricordare meglio è fondamentale organizzare e dare un ordine alle informazioni. Quando esse vengono memorizzate passivamente e non vengono ordinate, infatti, è come se venissero “accatastate” al centro di una stanza; nel momento del recupero, in questo caso, sarà impossibile o incredibilmente faticoso selezionare e richiamare l’informazione che ci serve. Questo è quello che ci succede quando sentiamo di avere la classica “parola sulla punta della lingua”: sappiamo di conoscere quell’informazione e di averla immagazzinata, ma in quel momento non sappiamo come e dove cercarla. Nello studio, applichiamo il principio di organizzazione delle informazioni inserendo i concetti da imparare negli schemi che conosciamo o costruendone di nuovi.
  3. Il sistema migliore per aiutare la nostra mente a organizzare le informazioni da ricordare è sfruttare immagini e associazioni. Il nostro cervello, infatti, ricorda principalmente le immagini. Soprattutto se queste immagini sono vivide, in movimento e stravaganti. Per quello che viene chiamato l’effetto von Restorff infatti ricordiamo meglio informazioni, eventi e oggetti che sono unici nel loro genere. Per capire questo concetto, basta pensare a quanto è difficile ricordare cosa si è mangiato a pranzo la settimana scorsa,e a quanto è invece più semplice ricordare cosa si è mangiato al proprio compleanno o il menù del proprio matrimonio. Un altro fattore che favorisce il ricordo è la presenza di associazioni. Vi è mai capitato, per esempio, di sentire una musica o un profumo e ritrovarvi a ricordare momenti o persone che ormai pensavate sepolti nella memoria e dimenticati? Questa è la dimostrazione che il cervello ricorda, soprattutto per associazioni. In particolare, si ricordano ancora meglio quelle informazioni che sono associate in maniera insolita e che quindi ci provocano un’emozione forte. Un’associazione insolita si ottiene avvicinando due oggetti o situazioni che appartengono a contesti diversi o esagerandone le caratteristiche principali.

Strategie di memoria e applicazioni: alcuni suggerimenti pratici

Questi semplici principi di memorizzazione rappresentano le basi delle mnemotecniche di cui si possono trovare infinite applicazioni anche nella vita di tutti i giorni.
Ad esempio, se dobbiamo memorizzare una lista, come quella della spesa, o delle attività da svolgere oggi, basterà ordinare gli elementi, raggruppando gli elementi della lista per categorie e magari creare delle immagini per le parole della lista collegandole insieme con delle associazioni fuori dal comune, fino a formare una storia.
Per ricordare delle sequenze o delle serie si possono organizzare i vari elementi gli acronimi o gli acrostici, come ci hanno insegnato a fare alle scuole elementari, per esempio, per ricordare i nomi delle Alpi (ma con gran pena le reca giù).
Per memorizzare un testo, usando immagini e associazioni, possiamo cominciare selezionando le parole chiave più utili per poi trasformarle in immagini e creare tra loro delle associazioni divertenti.
Anche memorizzare vocaboli di una lingua straniera diventa facile e divertente: è sufficiente associare tra loro un’immagine della parola nella lingua madre e un’immagine per la parola straniera. Il risultato sarà ancora più positivo imparando insieme quelle parole che hanno un ambito di provenienza comune.
Anche nel caso in cui non riusciamo proprio a ricordarci il nome e cognome di qualcuno, o ci capita di lavorare con molte persone e facciamo fatica a tenere a mente i loro nomi possiamo sfruttare queste tecniche: il sistema più utile è creare un’assonanza tra il nome e qualche parola di uso comune o magari giocare con le rime. E se all’inizio risulta troppo strano o difficile è sufficiente farsi aiutare da un bambino: in questo di solito sono bravissimi!
Per memorizzare una poesia o un discorso o una lezione da tenere, si può pensare di creare le immagini dei punti chiave e associare ciascuno di esse ad un punto di riferimento fisico, magari una strada che si fa spesso o in una stanza che si conosce bene.
In alcuni casi il materiale da memorizzare si presta particolarmente all’uso di queste strategie, in altri casi è indispensabile usare al meglio la fantasia. Ad ogni modo è sufficiente un po’ di allenamento. Una volta che si è fatta pratica, però, i risultati sono davvero eccezionali e consentono di essere molto efficienti nello studio.
Durante i nostri percorsi a Centro Archè insegnamo ai ragazzi queste strategie soprattutto a chi ha necessità di studiare in meno tempo e si trova a dover studiare grandi quantità di materiale, ma anche semplicemente a chi vuole sfruttare meglio il proprio tempo e il proprio potenziale nello studio. Queste tecniche, infatti, possono essere imparate davvero da tutti! Il nostro obiettivo è comunque quello di stimolare negli studenti un approccio attivo nello studio e far scoprire ai ragazzi che la memorizzazione “a pappagallo” non solo non è funzionale, ma, da sola, porta risultati solo con un enorme dispendio di energia e, diciamocelo, è pure veramente noiosa.

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