Perché fare un percorso di Neuro e Psicomotricità? La nostra esperta risponde

Oggi abbiamo chiesto a Marta di raccontarci come funzionano i percorsi di Neuro e Psicomotricità e mostrarci più da vicino quali sono i vantaggi che si hanno nel far fare questa attività al proprio figlio.

Marta, che cos’è la Neuro e Psicomotricità per te?

La Neuro e Psicomotricità è, secondo me, prima di tutto un approccio che considera il bambino nella globalità delle sue caratteristiche e abilità. Infatti, il Neuropsicomotricista valuta nel bambino le competenze già acquisite e quelle emergenti in linea con il suo percorso di crescita e ne favorisce l’integrazione. Questo è il punto di partenza da cui si articola poi il percorso di Neuro e Psicomotricità che può essere di potenziamento, e quindi più orientato alla terapia, oppure incentrato su aspetti educativi o preventivi.

L’obiettivo generale e comune è quello di promuovere uno sviluppo equilibrato ed armonico del bambino.

Quali strumenti usi per valutare un bambino che inizia un percorso con te?

Per me è importante utilizzare alcuni test per avere dei parametri di riferimento sul profilo del bambino e verificare gli obiettivi in maniera oggettiva. Allo stesso tempo, però, mi baso anche sull’osservazione dell’attività spontanea del bambino per capire quali siano le sue abilità, propensioni e preferenze.

Le attività che propongo sono principalmente di gioco, sia esso di esplorazione o strutturato.

La possibilità di osservare e interagire con il bambino mentre gioca, infatti, mi aiuta a raccogliere informazioni su coordinazione motoria, tempi di attenzione, abilità cognitive e sociali, consapevolezza di sé, rispetto delle regole. Come diceva Platone: “Si può scoprire di più di una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione”.

Perché giocare per i bambini è così importante al giorno d’oggi?

Il gioco è un’attività spontanea del bambino. Attraverso il gioco, infatti, scopre se stesso, gli altri e l’ambiente che lo circonda. Il gioco è infatti importante per il bambino perché è la prima forma di apprendimento che utilizza a partire dalle primissime esperienze motorie che compie. Non tutti i giochi hanno però lo stesso valore: il gioco libero, non va confuso con quello pensato e finalizzato. È importante per esempio che il gioco sia adatto al bambino e in particolar modo alla sua età.

Allo stesso modo è fondamentale imparare a scegliere il gioco per il suo significato educativo piuttosto che per la sua attrattività.

Marta, quali sono i punti fondamentali che guidano il tuo lavoro?

Una delle cose fondamentali che tengo presente nella progettazione di un percorso neuro e psicomotorio è il progetto va costruito partendo da quelle che sono le potenzialità del bambino. La prima domanda che pongo ai genitori è: “Cosa piace fare al bambino?”

Inoltre il mio focus non è rivolto solo al bambino, ma anche alla famiglia e all’ambiente che lo circonda. La trasparenza, la chiarezza con i genitori è fondamentale. Lo scambio e la collaborazione con loro è utile per ottimizzare le risorse e rendere ogni percorso davvero efficace.

Un altro aspetto che ritengo fondamentale è l’attenzione alla relazione: sono profondamente convinta che non si possa non comunicare.

Anche i bambini con con grandi difficoltà possono comunicare e relazionarsi, magari con oggetti, sguardo, corpo. È quindi per me importante mettersi nella posizione di ascoltare e capire davvero cosa vuole dirmi ciascun bambino e cercare di instaurare una buona relazione con lui.

Quali sono, gli aspetti che ti piacciono di più del tuo lavoro?

Quello che più amo nel mio lavoro è la possibilità di essere creativa. Ogni attività, ogni strategia non è mai unica, ma va sempre adattata a quelle che sono le caratteristiche e i bisogni di ciascun bambino. Nel mio lavoro sono sempre alla ricerca di nuovi spunti, aggiornamenti, idee.

Questo mi permette di crescere e avere sempre nuovi stimoli.

Considero un privilegio della mia professione quello di avere la possibilità di stabilire una relazione non formale con i bambini.

Infatti, pur non avendo un ruolo alla pari con loro, posso rimanere spontanea nella relazione utilizzando il loro stesso canale comunicativo.

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